Buonissime premesse

Iniziamo dall’inizio. Il primo videogame su cui ho messo le mani era Pong. Era il 1979, io avevo 8 anni e, per Natale, mio padre ci regalò l’Atari 1600, la prima vera console da gioco. I giochi, che pesavano (in termini informatici) pochi Kilobyte, stavano in enormi scatolotti che si incastravano dentro la console. I joystick sono entrati nella storia proprio con l’atari. Niente di complesso, uno stick e un bottone rosso, ma erano gommosi e comodissimi. Pong, dicevamo. La grafica era lo stato dell’arte. Due barrette fatte da circa 10 pixel (un pixel dell’Atari 1600 era più o meno di mezzo centimetro, sul mio televisore), una pallina quadrata di 4, e una riga tratteggiata a dividere il campo. Il gioco, sinceramente, lo trovavo di una noia mortale anche allora. Sono passati 30 ann, quasi, e io quel vecchio Atari nemmeno ce l’ho più. Dalla mia scrivania sono passati, negli anni, un Commodore 64, un Commodore 128, un Amiga 500 e poi un 600. E una quantità improponibile di PC, a partire dalla fine degli anni ’80 fino a oggi. Sono partito con un XT, un 286 con, credo, 512KB di memoria e 8 MB di disco fisso. Lo schermo era un 14 pollici. Complicato rispetto all’Amiga, i giochi e gli altri programmi stavano su dischi da 3,5″, quelli molli che se li piegavi rischiavi di rovinare tutto. Che poi, alla fin fine, erano gli stessi floppy che si usavano con il Commodore… Poi presi un 386, un 486, un pentium, un pentium II e un pentium III, fino ad arrivare all’attuale Quad Core.

La scheda grafica dell’amiga gestiva 256 colori. Sul primo PC se ne usavano 16, poi 64, poi 256… poi il balzo ai 32.000, ai 65.000, fino agli attuai 16 milioni. Ho sempre pensato che i colori fossero 7… ma allora cos’erano gli altri 15 milioni e rotti?

A metà degli anni ’90 iniziò a farsi strada il vero 3D, grazie anche all’avvento del CD-ROM, che andò a sostituire i quasi vetusti floppy disk da 1,4MB. Pensare che la prima edizione di Windows che provai, la 3.1, stava tutta quanta su 11 floppy. I giochi su 1. Col CD si iniziò a pensare in grande, a mettere tanta grafica e poche idee. Il primo gioco su CD che provai era Seventh Guest, un’avventura grafica (ma tanto, tanto grafica) che proponeva enigmi interessanti.

Negli anni sono stanti tantissimi i giochi che mi hanno appassionato. Da Spy vs Spy sul C64, a Deuteros e Kick Off su Amiga, il mitico Little Big Adventure, poi su PC Elite e Frontier (il seguito di Elite), ma la lista dei miei giochi preferiti è troppo lunga anche per un blog senza limiti di spazio.

Ne parlo per cercare di farvi capire che ho giocato veramente di tutto. Tra i primi a provare Doom, con nottate a giocare in rete con mio nipote. Ho provato simulatori di volo e giochi di calcio, strategici in tempo reale (ho partecipato alla loro nascita, con capolavori come Dune2 e Warcraft), sparatutto in prima persona (Wolvenstein e poi Doom, e poi Quake, Unreale e compagnia cantante), avventure grafiche (la prima che giocai, su C64, era Lo Hobbit, tutta testuale, l’ultima che ho provato stava su 3 DVD). Ho visto l’ascesa di msotri sacri come Will Wright e Geoff Crammond, la Blizzard e i Westwood, i Codemaster e i Bit Brothers.

Sono cresciuto a pane e videogiochi. Ora mi trovo alla soglia dei 40 (anche se manca ancora quel paio d’anni che mi fa sentire un po’ al sicuro) e sono un videogiocatore. Non ce n’è. Siamo in tanti a essere cresciuti con questa passione e credo che sarà impossibile togliercela. Moriremo con accanto la versione 2120 del WII (ho un pelo innalzato la mia aspettativa di vita, sai com’è) e un PC appena ripompato con immani spese.

Nelle ultime due settimane ho ritrovato, dopo un periodo abbastanza piatto, la gioia del videogiocatore, quella che si può solo provare di fronte alla genialità di qualche sviluppatore. Provai quella sensazione di fronte al genio che creò Prince of Persia, con una grafica fluida e realistica nonostante la carenza di pixel. La provai di fronte ad Another World, che aumentava ancora quel senso di realtà, con una grafica anche più curata. La provai giocando a Grand Prix 2, Un gioco di formula 1 che offriva anche la possibilità (che sfruttai subito) di vedere gare senza alcun giocatore impegnato. Spettacolare l’editor della grafica delle auto. Forse un po’ complicato per l’epoca, ma il primo di una lunga serie di Editor che mi hanno entusiasmato negli anni a venire.

Venerdì 5 settembre è uscito in tutto il mondo Spore, un grandioso giocattolo divino. Un gioco per PC che offre la possibilità di seguire una civilità dai suoi veri inizi, quelli di un essere monocellulare che si deve far spazio a morsi nel marasma dell’oceano primordiale. Una volta evoluta, la creatura si fa crescere le gambe e raggiunge la terraferma, dove si evolverà ancora, facendo conoscenza, più o meno pacificamente, con altre creature. Una volta raggiunto il nuovo traguardo, l’intelligenza, la creatura creerà la sua tribù, che dovrà vedersela con altre tribù dei dintorni. Quando ne avrà conquistate a sufficienza, scoprirà la civilizzazione e subito inizierà a fare la guerra a quelli della propria specie, cercando di ottenere il dominio assoluto sul proprio mondo. A questo punto varcherà l’ultima frontiera, lo spazio infinito, cercando di spingersi verso il centro della galassia. E’ questa la trama di un gioco che, in realtà, somiglia molto di più a un giocattolo, come scritto in una recensione la settimana scorsa. vero, Spore in quanto gioco è un’accozzaglia di generi molto ben amalgamati, ma semplici se presi a sé. Quello che però fa la forza di questo incredibile gioiello tecnico è la possibilità di modificare quasi tutti i contenuti del gioco. La creatura, dall’essere monocellulare alla tribù, offre la possibilità di un’evoluzione creativa, aggiungendo un arto qua e una bocca là, creando una serie praticamente infinita di possibilità per l’evoluzione. Forse la libertà offerta è addirittura eccessiva, pensando che una creatura, tra uno stadio evolutivo e l’altro, potrebbe cambiare radicalmente il proprio aspetto più di una volta, fino a essere completamente irriconoscibile. Una volta arrivati alla fase civiltà, si potranno creare strutture a partire da zero, aggiungendo muri, porte e finestre, decorazioni. Si potranno costruire veicoli, con o senza ruote, con o senza ali, con o senza vele. E poi ci si potrà divertire a costruire la propria astronave. Nella fase Spazio, poi, oltre a commerciare e guerreggiare con le altre specie aliene incontrate, si possono modificare l’aspetto e l’atmosfera dei pianeti, prendendo magari un animale da un altro pianeta e trapiantandolo in giro per la galassia.

La libertà d’azione è quasi totale. Certo, le cose da fare sono poche, ma l’ordine in cui farle o i luoghi dove farle sono totalmente a scelta del giocatore. Se si aggiunge a questo la possibilità di condividere online le proprie creazione e sapere che saranno viste da altri giocatori durante le loro partite, il gioco diventa davvero un’occasione strepitosa.

La grafica è mostruosa. Certo, non sarà al livello di altre produzioni, ma una creatura messa insieme in 10 minuti si muove in maniera realistica, ha una sua voce, ha una sua personalità. Spore non ha difetti, tranne forse l’eccessiva libertà e la carenza di cose diverse da fare… ma non oso immaginare cosa non faranno con le espansioni…

Questo è il primo gioco, quello extra longevo, quello liberissimo, quello studiato e creato alla grande. Poi ho provato Mass Effect, che è tutto un altro genere, tutta un’altra storia, tutta un’altra grafica. Ma davvero tutta un’altra grafica. L’ho installato ieri, ho visto l’introduzione che, nei giochi Bioware, è quasi sempre interattiva e sono rimasto basito dalla qualità della grafica e delle animazioni di questa meraviglia.

Una grafica sbalorditiva, davvero: le ombre, le luci, le espressioni dei volti quando i personaggi parlano. Rimani a bocca aperta a ogni dialogo. Anche le ambientazioni sono rese strepitosamente. Il gioco in sé è un gioco di ruolo e d’azione al tempo stesso. Le parti di azione, che sono divise in missioni, si fanno con una squadra di tre personaggi, con il protagonista al comando. Interessante, magari ripetitiva ma è quello che si trova da fare in un gioco del genere. Tra l’altro, è un gioco Bioware, grandi maestri del genere dei giochi di ruolo, con alle spalle capolavori del calibro di Neverwinter Nights o Knights of the Old Republic. La storia sembra interessante, anche se l’ho soltanto iniziato. Vedremo quante saranno le sottomissioni.

Dopo un periodo di titoli uguali a se stessi (ovvio, Mass Effect non si allontana troppo dai suoi concorrenti), finalmente un titolo estremamente originale quale è Spore ci voleva proprio. Mass Effect, invece, è una prova che i giochi possono apparire veramente bene. Se poi meritino di essere giocati, è tutta un’altra storia. Secondo me sono soldi ben spesi, dico solo questo.

Cambiamenti

Cari utenti,

ho notato, nelle ultime settimane, un notevole incremento delle visite per uno specifico argomento: i giochi logici. Tale è parso il vostro interesse che ho deciso di dividere questo spazio in due, concentrandomi da una parte sugli aspetti prettamente egocentrici della mia personalità, mentre dedicherò uno spazio specifico ai giochi. Non solo giochi logici, ma anche un’altra mia passione che non seguo per mancanza di compari in zona: i giochi da tavolo.

Vi rimando, quindi, al nuovo blog dedicato esclusivamente ai giochi logici (che creo sacrificando spazio e visite al mio personale), Giocando. Se siete interessati ai giochi logici, andate lì. Se volete saperne di più su di me, invece, restate pure e fatevi un giro.

Perché la vita è un gioco (dicono)…

Oggi mi soffermo su alcuni consigli per passare bene il tempo, divertendosi e usando anche quei pochi neuroni che l’alcool e la vita sregolata lasciano intatti.

Qualche anno fa, quando anche in Italia esplose la mania del Sudoku, io fui uno di quelli che si appassionarono a questo nuovo rompicapo giapponese. L’idillio durò, però, solo un paio di mesi. Sarà che alla fin fine le cose da fare sono sempre quelle, sarà che il risultato è sempre uguale, sarà… ma ho finito per annoiarmi parecchio a fare sempre un Sudoku dopo l’altro.

Quel che di buono il Sudoku ha fatto, comunque, è stato fare da apripista perché tutta una serie di puzzle giapponesi e non facesse il grande salto dalla nicchia alla notorietà. E così sono arrivati a noi altri giochi molto belli (a mio parere anche più belli del Sudoku, come il Kakuro (una sorta di parole crociate con i numeri), Hitori (che adesso mi sfugge), Slytherlinks (ha anche un nome giapponese ma è così complesso che me lo dimentico ogni volta) e Bridges (per il nome giapponese, vedi sopra). Giochi intriganti, che stimolano l’intuizione e richiedono la logica e la pazienza.

Poi c’è un’altra serie di giochi che si fanno con i numeri, che non sono giapponesi ma che comunque sono estremamente intriganti. Io li conosco come Crucipixel e Pixelink (i più famosi), che si affiancano ad altri come la Battaglia Navale solitaire.

Insomma, gli ultimi due anni sono stati un proliferare di riviste e siti web dedicati a questi nuovi giochi. Tra le riviste, voglio citarne due che, secondo me, sono davvero meritevoli di considerazione.

  1. L’editrice NonZero ha acquistato i diritti per i Crucipixel, i Pixelink e la Battaglia Navale dalla Conceptis, e li ha infilati in un mensile che si chiama LogicArt. Pieno zeppo di puzzle, la rivista contiene giochi di ogni livello di difficoltà e per tutti i gusti, aggiungendo ai tre giochi suddetti anche alcuni schemi di Kakuro e Sudoku. E’ il passatempo ideale per i pendolari. Bastano una matita, una gomma e un piano d’appoggio (io uso la mia 24 ore) e via per ore e ore di sano divertimento.
  2. Alla fine dello scorso anno sono iniziate le apparizioni in edicola di Focus Giochi, intorno al 10 del mese. Qui c’è di tutto e di più, dai giochi logici, ai puzzle di pensiero laterale, agli indovinelli, test, giochi fotografici, crucipixel, pixelink e una vera marea di altri giochi enigmistici. Anche qui matita e gomma sono indispensabili.

Il sito web che voglio consigliare, invece, è quello dei creatori (a quanto ne so) dei Pic-a-pix, nome inglese dei crucipixel, anche se li ho sentiti chiamare anche Griddlers e Nonograms. Il sito, previa iscrizione gratuita, offre ogni settimana 4 nuovi crucipixel che è possibile scaricare in formato PDF per giocarli su carta, oppure svolgere direttamente online, con un’applicazione in Java davvero molto ben fatta. Il sito è Conceptis Logic Puzzles.

Buon divertimento!